LE ORIGINI DELLE REGIONI A STATUTO SPECIALE
Dott.ssa Flavia Lombardi
A livello amministrativo, lo Stato Italiano è suddiviso in venti regioni, cinque delle quali godono di una maggiore autonomia gestionale e finanziaria: per tale ragione, le stesse sono definite Regioni a statuto speciale.
Si tratta delle regioni Sicilia, Sardegna, Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta e Friuli Venezia Giulia.
Fin dal 1948, la maggiore autonomia è stata prevista attraverso le leggi costituzionali n.21, 32, 43e 54 del 1948, mentre lo statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia è stato definito con la legge costituzionale n. 1 del 1963 (1).
Per quanto riguarda la Regione Trentino Alto Adige, essa è costituita da due province autonome, ossia la Provincia di Trento e la Provincia di Bolzano, aventi ciascuna delle peculiarità specifiche a livello amministrativo.
I due referendum regionali ebbero luogo domenica 22 ottobre 2017 in Lombardia e Veneto, al fine di appurare se anche i cittadini delle due regioni menzionate intendessero ottenere forme maggiori di autonomia, sull'esempio delle citate regioni a statuto speciale (2).
Lo statuto speciale della Regione Sicilia risale addirittura ad un periodo antecedente alla Costituzione Italiana del 1948, derivando dal Regio Decreto n. 455 del 15 Maggio 1946, poi recepito dalla citata Legge Costituzionale n.2 del 1948. La concessione di tale ampia autonomia a quella che è denominata ufficialmente "Regione Siciliana", è stato dovuto alle forti spinte indipendentiste presenti già prima della guerra, soffocate dal fascismo, e rinfocolatesi con lo sbarco alleato nell'isola (3).
La Regione Sicilia, oltre ad un'ampia autonomia amministrativa, gode della maggiore autonomia fiscale; inoltre, è l'unica regione che non solo trattiene localmente tutti i tributi raccolti nel territorio regionale, compresi gli introiti di giochi e lotterie, bensì ottiene anche ulteriori risorse dallo stato centrale.
Inoltre, è previsto che le aziende aventi sedi produttive nella regione ma sede fiscale in altre parti d'Italia, versino una quota delle imposte sugli utili direttamente alla Regione Sicilia.
L'Amministrazione Regionale fa capo ad un Parlamento composto da 90 membri, definiti deputati, chiamato ARS, ossia Assemblea Regionale Siciliana. Tra le materie di competenza esclusiva della Regione Sicilia, vale a dire le materie in cui la legge regionale prevale su quella nazionale, si può citare: ambiente, turismo, enti locali, industria e commercio, urbanistica, lavori pubblici, acque pubbliche, beneficenza, istruzione elementare, beni culturali, agricoltura, pesca, polizia forestale.
Rientra inoltre nella competenza esclusiva della Regione Sicilia lo "stato giuridico ed economico degli impiegati e funzionari della Regione, in ogni caso non inferiore a quello del personale dello Stato". Quest'ultima facoltà ha creato spesso polemiche politiche e giornalistiche, poiché, ai fini esemplificativi, le retribuzioni dei deputati all'Assemblea Regionale Siciliana sfuggono alle norme nazionali a cui devono attenersi le regioni a statuto ordinario.
Su tutte le materie escluse dall'elenco precedente, la Regione Sicilia può legiferare, ma soltanto all'interno della cornice delle norme nazionali.
In Sardegna, le aspettative indipendentiste hanno preso anch'esse forma dopo la prima guerra mondiale. Come per la Sicilia, il fascismo tenne a freno simili aspirazioni, che riemersero dopo la guerra ed alle quali il nascente stato italiano rispose con il riconoscimento dello Statuto Speciale fin dalla Costituzione, ed in particolare dalla Legge Costituzionale n. 3 del 1948 (4).
Dal punto di vista fiscale, la Regione Sardegna trattiene il 70% dell'imposizione Irpef e Irpeg raccolta sul territorio, nonché il 90% dell'imposizione derivante dalle altre tasse. La Regione Sardegna ha potestà legislativa esclusiva, la quale prevale sulle leggi nazionali, a proposito di: enti locali, polizia urbana e rurale, agricoltura e foreste, lavori pubblici, edilizia e urbanistica, trasporti, acque minerali e termali, caccia e pesca, turismo, artigianato, biblioteche e musei.
Anche per la regione Sardegna, amministrata tramite un Consiglio Regionale composto da sessanta consiglieri, esiste la potestà esclusiva su "ordinamento degli uffici e degli enti amministrativi della Regione e stato giuridico ed economico del personale".
Per ciò che attiene alla Regione Valle d'Aosta, essa è una regione di origine francese ceduta dalla Francia al Regno Piemontese nel 1860 e, di conseguenza, entrata a far parte dello Stato Italiano Unitario. Sia le migrazioni da altre regioni, soprattutto del nord Italia, sia la politica di "italianizzazione" imposta dal fascismo, ne "diluirono" la cultura francofona di origine.
Sul finire della Guerra, lo Stato Italiano decise di concedere un'ampia autonomia anche a tale regione, al fine di evitare che gli abitanti venissero tentati dal passaggio alla Francia.
La Legge Costituzionale n. 4 del 1948 sancì lo statuto speciale anche per quella che è rimasta la più piccola regione italiana, e non suddivisa in province.
Per quel che riguarda l'attuale autonomia fiscale, la regione Valle d'Aosta trattiene il 90% di tutti i tributi raccolti sul territorio regionale. La lista delle materie su cui la Regione Valle d'Aosta detiene la potestà esclusiva legislativa, ossia può stabilire leggi in modo indipendente rispetto a quelle nazionali, ricalca quelle viste per la Sardegna, oltre ad alcune altre materie particolari come servizi antincendio, istruzione tecnico-professionale, fiere e mercati, funivie, guide alpine e scuole di sci, toponomastica.
Una importante particolarità amministrativa risiede nel fatto che il Presidente della Giunta Regionale non è eletto direttamente dai cittadini bensì dai trentacinque membri del Consiglio Regionale (5).
In generale, i partiti regionali, sia di destra che di sinistra, raccolgono la gran parte dei voti, lasciando le "briciole" ai partiti nazionali.
La Regione Trentino-Alto Adige è entrata a far parte dello Stato Italiano dopo la Prima Guerra Mondiale, comprendendo una popolazione di lingua tedesca per quel che riguarda soprattutto la provincia di Bolzano (6). Durante il fascismo, ed in seguito durante la guerra, le popolazioni alto atesine hanno dovuto subire prima le politiche di italianizzazione fasciste, in seguito l'invito a spostarsi nella Germania allora alleata dell'Italia, prima di essere travolte dalle tragedie della Guerra, a cui gli abitanti di questa regione hanno partecipato sia tra le file tedesche, sia tra quelle partigiane.
Uscita dalla guerra, l'Italia non esitò a concedere larghe autonomie per smorzare le pulsioni indipendentiste, che hanno continuato ad esprimersi anche attraverso atti di terrorismo fino agli anni Ottanta, e che tutt'ora si manifestano col largo consenso attribuito ai partiti indipendentisti.
Dal 1972, la Regione Trentino-Alto Adige/SudTirol è costituita dalle due province autonome di Trento e Bolzano, la prima di maggioranza linguistica italiana e la seconda a maggioranza linguistica tedesca, che hanno incorporato la maggioranza delle competenze in precedenza della Regione.
La Provincia di Bolzano ha scuole divise tra i gruppi linguistici italiano, tedesco e ladino, così come mantiene delle ripartizioni in merito alle posizioni amministrative, o nell'assegnazione delle case popolari. Inoltre, è necessario che tutti i funzionari pubblici parlino sia italiano che tedesco.
Dal punto di vista fiscale, la Regione Trentino-Alto Adige, in forma unitaria o sotto forma delle due province che la compongono, trattiene il 90% della maggior parte delle tasse raccolte sul territorio, e il 100% delle imposte ipotecarie e delle imposte di consumo sull'energia elettrica.
La Regione Friuli-Venezia Giulia ha ottenuto lo statuto speciale soltanto nel 1963, e differisce dalle altre 4 regioni a statuto speciale anche per altri motivi. Dal punto di vista fiscale, trattiene molto meno del gettito locale rispetto alle altre: solo 4 tipi di tasse, e in misura più ridotta: 60% dell'Irpef; 45% dell'Irpeg; 80% dell'IVA e 90% dell'imposta di consumo dell'energia elettrica.
Anche dal punto di vista della suddivisione amministrativa, le 4 amministrazioni provinciali verranno soppresse e non è passata nemmeno la proposta di suddividere la regione in 2 province autonome come per il Trentino-Alto Adige. Come forma di suddivisione amministrativa rimarranno le diciotto UTI - Unioni Territoriali Intercomunali, facenti capo alle città principali e composte ciascuna da un numero di comuni compreso tra sei e ventidue.
Per quanto riguarda le materie su cui la Regione Friuli ha esclusiva competenza, queste ricalcano quelle delle altre regioni a statuto speciale.
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1) Legge costituzionale 26 febbraio 1948 n. 2, in www.camera.it/files/leggi_costituzionali/2_1948.pdf
2) Legge costituzionale 26 febbraio 1948, n, 3, in https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge.costituzionale:1948.
3) Legge costituzionale 26 febbraio 1948, n, 4, in https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1948/03/13/048C0005/sg,
4) Legge costituzionale 26 febbraio 1948, n, 4, in https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1948/03/13/048C0005/sg,
5) Legge cosituzionale 31 gennaio 1963, n,. 1, in https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1963/02/01/063C0001/sg.
6) BARBERA A., FUSARO C., Corso di diritto costituzionale, Torino, 2018, p. 125.
7) Ibidem.
8) Legge costituzionale 26 febbraio 1948 cit.
9) CARLI M., Diritto regionale. Le autonomie regionali, speciali e ordinarie, Torino, 2018, p. 90.
10) Ibidem.