ART. 1 COST: UN ARTICOLO INVOLONTARIAMENTE IRONICO
Avv. Federica Longo
Avv. Filomena Masi
La costruzione dell'art. 1 della nostra Carta costituzionale partì da una proposta, da un'idea di Palmiro Togliatti, ma la sintesi che oggi conosciamo la dobbiamo ad Amintore Fanfani.
L'idea di fondare la Repubblica sul lavoro non fu abbracciata con favore da tutti, secondo Romano "Non giova alla credibilità di una Costituzione cominciare con parole che suscitano nel lettore un amaro sorriso"; finanche Calamandrei, nella seduta del 4 marzo 1947, espresse i propri dubbi attraverso una chiara provocazione: "Coloro che vivono senza lavorare o vivono alle spalle degli altri saranno ammessi come soggetti politici?"
Come dare torto, se pensiamo ai noti problemi di disoccupazione o di evasione fiscale, che tanto mettono il nostro Paese in ginocchio, a tutti viene da sorridere...Basta dare uno sguardo a LinkedIn per avere la fotografia "lavorativa" dell'Italia: schiere di giovani super titolati che sgomitano per avere anche solo un posto come stagista, file di laureati pronti a varcare il confine, con la loro pergamena e una valigia di sogni. Dov'è, dunque, il lavoro? Dove sono i lavoratori?
Ed è qui che si casca in errore, i Padri costituenti hanno voluto rendere granitico un concetto: l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Sul lavoro, non sui lavoratori, non sulle aziende, non sui lavoratori né, tantomeno, sui datori di lavoro. Il lavoro come connotazione del sistema, il lavoro come contributo, contributo che ognuno di noi può dare alla Repubblica. E cos'è il lavoro se non impegno. Lavoro significa anche passione. Fa quello che ti appassiona e non lavorerai nemmeno un giorno, si dice così, no? Ed ecco che i concetti iniziano a diventare fluidi e a mescolarsi: impegno e passione per contribuire alla crescita della nostra Repubblica.
L'Italia, quindi, è una Repubblica fondata sulla passione e sull'impegno.
Ma il lavoro, ieri come oggi, significa anche dignità. Il lavoro nobilita l'uomo, il suo impegno e il suo sacrificio, nonché la sua passione, gli conferiscono la sua dignità.
L'Italia, in definitiva, è una Repubblica fondata sulla passione e sulla dignità.
Non dobbiamo, dunque, sorridere leggendo l'articolo 1 della Costituzione, dobbiamo leggerlo con coscienza e intelligenza e, credendo in lui, credendo in questo articolo scritto quasi un secolo fa ma proiettato al futuro, crederemo in noi stessi, ivi troveremo la grinta e la forza per trovare la nostra strada, per seguire i nostri sogni, ovunque vorranno portarci, per trovare il lavoro che ci impegnerà e che faremo con passione...sì da non lavorare nemmeno un giorno!